Sotto assedio

Siamo sotto assedio. Chi ama un mondo colorato, dove la diversità è una grande ricchezza e non una debolezza è sotto attacco. Chi ama un mondo in cui le culture si scambiano e si integrano tra loro è sotto i colpi di arma verbale (per adesso) di coloro i quali credono che i confini siano inviolabili e che ciascuno debba vivere a casa sua, non importa come.  
Vivere e operare in questa società per chi crede in un mondo multiculturale diventa ogni giorno sempre più difficile.
Come nell’Alabama degli anni 50.
Francamente non so come andrà a finire. Non so quanti migranti negli ultimi 7 anni ho favorito. Non mi sono mai chiesto se ogni volta che ho firmato una convenzione per attivare borsa lavoro o un tirocinio formativo era giusto o sbagliato.
Ho pensato che quel tirocinio formativo dava al ragazzo africano la possibilità di mettere di lato quei pochi soldi che avrebbe spedito in Africa per il sostentamento della sua famiglia. Ho pensato che questo fosse buono e giusto e l’ho fatto.

Quando ho accompagnato un migrante in commissione per fargli ottenere la protezione internazionale ho sempre tifato per lui, perché ottenesse la possibilità di realizzare il sogno per cui è partito dal suo paese. L’ho aiutato a raccontare bene la sua storia, a spiegare tutti i particolari perché se non lo avesse fatto, non avrebbe ottenuto la possibilità di rimanere in Europa.
Quando i ragazzini eritrei 14enni scappavano dal centro di Catania per raggiungere i loro parenti nel resto d’Europa, ho tifato per loro, perché passassero la frontiera senza essere scoperti o fermati dalla polizia.
Perché i ragazzini eritrei scappavano dal regime di Afewerki, che li voleva militari del suo regime per tutta la vita a partire dal loro 16esimo compleanno.
Potrei continuare ma mi fermo.
In tutte queste volte avrò, probabilmente, secondo i canoni di alcuni, favorito la “migrazione clandestina”, almeno così adesso la chiamano.
Secondo i miei canoni ho solo aiutato qualcuno a realizzare il suo sogno: quello di costruirsi una vita migliore, più dignitosa per sè e per la sua famiglia.
È una cosa che ho fatto, faccio e farò fino a quando ne avrò la possibilità.
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Contrapposte a chi, richiamandosi non si sa bene a quali valori cristiani, semina odio, paura e xenofobia.  
Agostino Sella