Non è necessario attendere la sentenza Raggi, l'esito del referendum capitolino sull'ATAC o fare la conta di quanti saranno i SiTav che sfileranno a Torino per formulare alcune verosimili osservazioni sullo stato delle cose nel M5s perchè è di tutta evidenza che gli esiti degli appuntamenti segneranno una svolta nella parabola del soggetto politico creato dalla fantasia di Beppe Grillo e del fu Gianroberto Casaleggio.
Perchè messe alla prova del governo di 2 grandi città le sindache hanno mostrato un livello di inadeguatezza che neppure il più pessimista tra i pessimisti avrebbe creduto possibile.
Perchè messi alla prova del governo nazionale i grillini guidati da un giovanotto dotato di sorridente arroganza, di nessuna competenza, di una singolarissima faccia di bronzo pari ad un cinismo inarrivabile stanno dando prova di macroscopica incapacità e di desolante ingenuità.
Non si contano più le gaffes, le cantonate legislative, le promesse mancate che il caravanserraglio pentastellato al governo ha prodotto in pochi mesi. Un primato da Guinness che solo un paese che un tempo si definva da terzo mondo avrebbe potuto stabilire, che provocheranno e già stanno provocando conseguenze molto pesanti per la nostra Comunità nazionale.
Virginia Raggi e Chiara Appendino si sono dimostrate totalmente inadeguate. La prima ha collezionato solo disastri e oggi rischia una condanna per il caso Marra. Luigi Di Maio, con un cinismo pari alla sua profonda ignoranza l'ha già scaricata. Anche se fosse assolta la sua avventura al Campidoglio pare ormai vicina alla fine.
Chiara Appendino aveva in apparenza un compito meno difficile ma è riuscita a complicarsi la vita grazie all'immobilismo, divenuto la cifra della sua amministrazionee che, a veder bene, è la causa, molto più del no alla Tav Torino-Lione (e alla Olimpiadi invernali del 2026), della manifestazione di oggi, cui ha aderito tutto il mondo della rappresentanza degli interessi torinese.
L’incantesimo pentastellato è sul punto di spezzarsi. Le manifestazioni di Roma e Torino, quando gli italiani capiranno l'entità dei danni loro arrecati, potrebbero presto diventare mobilitazioni nazionali.
Sullo sfondo si staglia l'ombra minacciosa del possibile primo sindaco leghista della Capitale. E non solo.
Potrebbe essere il prologo dello scenario che si aprirà quando Matteo Salvini (i segnali in tal senso ci sono già tutti) deciderà di chiudere l'esperienza del Governo del cambiamento, congedando Conte e Di Maio allo scopo di incamminarsi con il vento alle spalle verso elezioni anticipate che segnerebbero l'inizio della fine, anche se tornasse Alessandro Di Battista, della vaffancueggiante utopia giustizialista che sarà ricordata come la mosca cocchiera della conquista della maggioranza relativa da parte di un partito dai chiari tratti fascistoidi, razzisti e xenofobi.
