O guaglione di Pomigliano d'Arco, noto esperto di geopolitica ed economia, ha superato se stesso.
Mentre infuria la polemica tra l'UE e il Governo italiano additato da tutti i partners continnetali come un'entità che non maniene i patti e i trattati ed è alle vste un complicato confronto con la Commissione, mentre lo scaltro e spregiudicato Salvini, per la seconda volta in pochimesi e non casualmente, va in Russia dove, beato lui, dice di trovarsi come a casa sua e annuncia che intende candidarsi alla guida della prossima commissione europea perchè "lo vogliono i populisti europei", Giggino Pulcinella va da Bruno Vespa e ne combina un'altra delle sue.
Prima di proseguire è opportuna una premessa che ci offre l'ultimo numero de L' Espresso dove si può trovare IL FIORE DA FIORE DELLE BALLE SPAZIALI raccontate in pochi mesi da codesto personaggio che, a differenza del mefistofelico Salvini, pare proprio non avere le coordinate minime dell'uomo di governo poichè l'unica sua preoccupazione consiste nell' affabulare e rassicurare l'orda di ipnotizzati sanculotti che sostiene il M5S.
Ecco, in breve, cosa ha combinato nella serata del 17 ottobre 2018 (un'altra data da appuntare):
In diretta, dal talk show più seguito dagli italiani Di Maio afferma che il decreto fiscale, votato in consiglio dei ministri in sua assenza, e poi inviato, (come da prassi) informalmente al Presidente della Repubblica, sarebbe stato manipolato. Nel lasso di tempo necessario al trasferimento, a sua insputa, sarebbe stata inserita una norma nel decreto, l’articolo 9, che prevede tetti più alti per il condono nonchè la possibilità di sanare anche l'Iva e un colpo di spugna su una serie di reati tributari e sulla disciplina del riciclaggio e dell’auto riciclaggio. Tutt'altro che quisquilie.
A stretto giro il Quirinale comunica di non avere ricevuto nulla. I leghisti, partner di governo, si incazzano di brutto inalberati perchè viene adombrato il sospetto che uno di loro abbia manipolato il testo e, dulcis in fundo, il sempre più etereo Premier, (ma il DEF, professore Conte non l'ha letto prima di portarlo in CdM?), incurante del ridicolo, da Bruxelles comunica che intende "rivedere il documento articolo per articolo". Come si trovasse di fronte a una tesina universitaria da correggere!
Insomma una situazione tanto surreale quanto esplosiva in cui, neanche a dirlo, alla fine si chiamano in causa i perfidi tecnici del Mef, indicati come gli ispiratori ed esecutori del "gomblotto" (magari dopo avere ricevuto unamancetta in nero dal capo della Spectre antitaliana, l'ebreo George Soros).
Da codesta vicenda, imbarazzante per l'Italia, appare chiara la inadeguatezza (per usare un pietoso eufemismo) di gran parte degli attori del "Governo del cambiamento" che Renato Brunetta ha definito, a ragione, dilettanti allo sbaraglio.
E' possible mai che il Premier, i due Vicepremier, il Ministro dell'Economia convochino una conferenza stampa sulla madre di tutte le leggi senza conoscere il testo e i numeri di cui parlano?
E' possibile mai che uno dei due Vicepremier, stante anche la complessa interlocuzione sul tema con i vertici dell'UE, accortosi che c'è un inghippo, anzichè adottare un opportuno understatement e chiedere riservatamente chiarimenti, accenda una jacquerie mediatica, minacciando di ricorrere alla Magistratura?
Per un osservatore in possesso di un minimo di equilibrio va da sè che no, non è possibile.
Le prospettive immediate, grazie a codesto irresponsabile, incapace di tenere almeno a freno la lingua, sono terrificanti: la imminente annunciata bocciatura del Def da parte della Commissione europea, senza che vi sia (a parte il Presidente della Repubblica) in Italia un interlocutore ritenuto affidabile, a fine mese il giudizio di Mooody e Standard & Poors che, viste le premesse, sarà di segno meno, l'impossibilità in una siffatta situazione, ammesso e non concesso che uno dei due contraenti il famigerato "contratto" ne denunciasse l'inosservanza, di aprire una crisi di governo che in un paese normale sarebbe la soluzione più logica e rispettosa delle prassi di una repubblica parlamentare.
Purtroppo gli italiani, a leggere i sondaggi, sembra non se ne rendano conto e seguitano a dar credito ai partiti di Governo.
Quando, presto o tardi (speriamo il più presto possibile) qualcuno spezzerà l'incantesimo gialloverde c'è da sperare che si dia, a chi ne è capace, il tempo e la possibilità di porre rimedio a codesto disastro.
