Macron e Salvini. C'est la meme chose

In pochi ormai nutono dubbi. Il Presidente della Repubblica francese, il piccardo Emmmanuel Macron, appartiene a quella numerosa fascia di francesi che  hanno una pessima considerazione della vicina Italia e non perdono occasione per dimostrarlo. D'altra parte il rapporto tra italiani e transalpini, sin dai tempi di Napoleone ha conosciuto grandi ambivalenze, tra legami storici e culturali fortissimi, a cominciare dalle lingue parlate di ceppo neolatino, e reciproci rancori per torti veri o presunti subìti reciprocamente
E' un fatto che l'esordio all'Eliseo del giovane Macron si manifestò con un atto di ostilità verso l'Italia, nel solco del mai dismesso sciovinismo transalpino, solo in parte successivamente ricomposto grazie alla paziente opera dell'allora Premier italiano Paolo Gentiloni.
Macron infatti con un coup de theatre tentò di nazionalizzare i cantieri navali di Saint Nazaire mettendosi di traverso all'acquisto da parte italiana, perchè non voleva che Fincantieri avesse la maggioranza dell'azienda francese.
Gli andò male e dovette fare una rapida marcia indietro.
Il presidente allora ha cominciato a dedicarsi alacremente alla questione migranti a cominciare da Ventimiglia laddove, in barba a Schengen, inasprì la politica dei respingimenti dei migranti promossa dal suo predecessore Francois Hollande. La Gendarmerie, su impulso dell' Eliseo, seguita a respingerere oltre confine tutti i migranti che non hanno titolo a restare sul suolo francese. La dottrina Macron sul tema è nota: hanno diritto a entrare in Francia solo i richiedenti asilo. I cosiddetti "migranti economici" si arrangino.

L'ordine impartito alla Gendarmerie Nationale è stato di non usare troppi riguardi per rispedirli in Italia. Molti migranti hanno denunciato violenze e vessazioni da parte degli agenti transalpini. Le immagini di una donna incinta di colore trascinata a forza giù da un treno che portava a Mentone hanno fatto il giro del mondo. Non fu un fatto isolato perchè tutto il confine occidentale dell'Italia è interessato al movimento di migranti che cercano di passare in Francia. Lo scorso marzo i gendarmi francesi sono piombati armati nella sala della stazione ferroviaria di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia e, di fronte allo stupore di medici e volontari, hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine.

Non è finita. Lo scorso venerdì un furgone della Gendarmerie transalpina è stato avvistato dalla polizia italiana a Claviere in Val Susa, in territorio italiano, mentre faceva scendere un paio di uomini, presumibilmente migranti di origine africana, in una zona boschiva.
Siamo di fronte ad almeno due violazioni da parte della Repubblica francese. Una riguarda la pratica dello sconfinamento da parte di personale appartenenti alle forze armate (tale è la Gendarmerie), un'inaccettabile provocazione che, avvenisse in un'altra parte del mondo avrebbe conseguenze molto gravi. La seconda è l'atteggiamento di Macron nei riguardi dei migranti che è pari,se non peggiore perchè ammantato da intollerabile ipocrisia, a quella degli xenofobi dichiarati alla Orbàn: trattati alla stregua di carne da macello, ricacciati indietro o lasciati morire in pieno inverno sulle montagne al confine tra i due Paesi.
Emmanuel Macron e Matteo Salvini c'est la meme chose. Ma mentre il Vicepremier italiano non ha alcuno scupolo nel dichiarare apertis verbis come la pensa sui migranti e quali sono le politiche che intende adottare (e sta adottando) il Presidente francese, non solo adotta politiche e metodi speculari, ma con una faccia di bronzo come se ne sono viste poche, veste i panni del censore degli altrui comportamenti suscitando stupore e indignazione.
A parte la conclamata idiosincrasia per l'Italia, Emmanuel Macron appare come il più grande bluff politico della Francia e dell'Europa del XXI secolo. Ed è sorprendente che vi sia ancora qualcuno che gli offra del credito.
La sua creatura politica, En marche, nata sulla crisi di leadership e di mission dei partiti storici d'oltralpe, travolti dall' imbarazzante prestazione dei due presidenti che si sono succeduti all'Eliseo, è quanto di più scombiccherato vi sia in Europa. Un mix mal riuscito di gollismo, liberismo e populismo che scontenta tutti.
I sondaggi segnalano che il gradimento dei francesi verso il Presidente è più basso di quello ottenuto dal suo predecessore che, quanto a impopolarità, pareva non dovesse avere rivali.
L'Hotel Matignon, sede del Governo, è travolto da un susseguirsi di dimissioni di Ministri che cercano di separare, fin che sono in tempo, il loro destino da un presidente che tra scandali, scandaletti e levate d'ingegno di stampo autoritario è riuscito in pochi mesi a dilapidare un patrimonio di credito politico che sembrava aver fatto breccia in larghi settori delal società.
E' una bella notizia per Salvini (la cui reazione ai fatti di Claviere è stata, prima insolitamente pacata, poi, in queste ore, all'iattacco della Francia di cui rifiuta le scuse), i sovranisti e i nazionalisti che affilano le armi per conquistare il PE.
Purtroppo non lo è per chi crede in un Europa inclusiva e multiculturale.
Non lo è per i migranti che seguiteranno ad essere sottoposti a trattamenti inumani e, in ultima analisi, neppure per l'Italia il cui complesso rapporto con i cugini francesi rischia un ulteriore e dannoso deterioramento.