«Bisogna contrastare la narrativa negativa su migranti e rifugiati», afferma Parolin, «nel dibattito sulla relazione tra la migrazione e lo sviluppo non è stato pienamente riconosciuto il contributo apportato dai migranti al progresso dei paesi di destinazione.
Barriere e muri, invece, hanno generato divisioni e diseguaglianze tra le persone, causando spesso risentimento, rivalità e conflitti. Come ha sottolineato Papa Francesco, “dobbiamo passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società” (Me
Per Parolin «non è fuori luogo, dunque, insistere su questo aspetto, sottolineando la condivisa responsabilità dei capi di Stato e dei mass media nel promuovere una visione positiva della migrazione, dissipando pregiudizi e paure, e abbandonando la cultura dominante dello scarto e del rifiuto, come Papa Francesco ha ripetutamente chiesto. Esiste, in effetti, una evidente propensione a sottolineare gli eventi criminali che vedono coinvolti migranti e rifugiati. Al contempo, vengono sminuiti tanti aspetti positivi delle migrazioni odierne: le buone pratiche di accoglienza e di integrazione, il volontariato, che rende tangibile un senso di solidarietà piuttosto diffuso, per fare solo alcuni esempi. Bisogna contrastare la narrativa negativa su migranti e rifugiati. Rendere giustizia alla “foresta che cresce” invece che focalizzare l’attenzione sull’unico “albero che cade”, che sicuramente fa più rumore, ma non rappresentativo della realtà».
