OFFESE

E' arduo trovare parole adeguate per definire l'assessore comunale alla Sicurezza di Monfalcone, Massimo Asquini, che ha postato su facebook un'indecente filastrocca di ispirazione razzista.


Leggete un pò: "Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall'Africa il barcone per rubarvi la pensione; nell'hotel la vita è bella nel frattempo ti accoltella; poi verrà forse arrestato e l'indomani rilasciato". A seguito delle vibranti proteste ha preso le sue difese la sindaca della città Anna Maria Cisint secondo cui il suo assessore non voleva offendere nessuno. Ah no? Sarebbe interessante sapere dalla signora quali sarebbero i parametri che usa per definire un'offesa.
Ma con simili soggetti è tempo perso. Così come è tempo perso cercare di spiegare loro che non solo la filastrocca è offensiva ma trasuda odio razziale.
Un celebre filosofo underground di scuola romanesca definirebbe entrambi "capocce zincate" che tradotto significa teste vuote e chiuse ermeticamente.
L'ineffabile Salvini, dopo avere ricevuto in rete, dall'addeto stampa del comune di Palermo, un' invettiva in vernacolo, peraltro entrata ormai nel lessico nazionale, per dirla con lo scrittore Fulvio Abbate "l’alfa e l’omega d’ogni simposio dialettico",si è domandato "ma questi dove pensano di essere"?.
Domanda appropriata che tuttavia il capo leghista farebbe bene a girare ai suoi amici di partito di Trieste e Monfalcone perché se certamente rispondere "suca" all'ennesimo post del Ministro dell'Interno non è un gesto commendevole è molto più grave togliere e buttare nella spazzatura le povere cose di un senzatetto e vantarsene sui social o postare, sempre sui social, indecenti filastrocche che irridono ai migranti.
Atti compiuti da amministratori comunali leghisti entrambi, neanche a dirlo, con delega alla sicurezza.
(E.P.)