DIETRO LA LAVAGNA

"Il comunismo ha rappresentato un ideale che ha avuto un grande peso nel secolo scorso. Il principio fondamentale era che abolendo la proprietà privata dei mezzi di produzione, tutte le persone sarebbero diventate uguali.

L'idea fondamentale è quella di abolire le differenze economiche e sociali tra le persone. Un grandissimo ideale che non ha avuto successo, e che nella sua applicazione pratica ha prodotto dei guai. Ma che resta un ideale nobile e l'aspirazione a una maggiore uguaglianza fra le persone resta valida anche se l'esperienza storica del comunismo è fallita. A questo principio io resto fedele".
Non sono parole pronunciate in un vecchio circolo di quel cha fu il Pci da un vecchio militante malato di nostalgia ma in una trasmissione della Tv di stato, Alla lavagna, in cui personaggi celebri, in questo caso Massimo D'Alema, si confrontano con una classe della scuola elementare. Il lider Maximo, messo nella condizione di parlare liberamente, ha confessato candidamente ciò che in molti hanno sempre pensato ovvero che il giovane pioniere del Pci di Monteverde non ha mai abbandonato la casa del padre. D'Alema ha pure confermato ciò che tutti sapevano ovvero che al Pci è stato cambiato il nome a la sostanza è rimasta la medesima. In tutto questo c'è una mistificazione di fondo. Il marxismo leninismo, la base ideologica della Terza Intenazionale e dei partiti comunisti, poco si preoccupò dell'uguaglianza e molto della presa e della conservazione del potere a qualunque costo. L'uguaglianza i comunisti, le elites che hanno imposto il loro potere lungo quasi un secolo in parecchi paesi del mondo, l'hanno praticata verso il basso riducendo intere popolazioni in povertà con livelli di vita appena decenti, impedendo con il terrore qualsiasi forma di dissenso. Fame, deportazioni e forca.
Che D'Alema ha derubricato come "guai"
Andare a raccontare frottole a dei bambini non è cosa edificante ed è davvero incredibile che la Tv di stato sia mallevatrice di simili nefandezze.
D'Alema dietro la lavagna ci deve andare. Non da solo ma in compagni di autori e funzionari Rai che gli hanno consentito di raccontare a dei bambini che gli orchi del XX secolo hanno commesso solo semplici "guai".
(E.P.)