Maria Elena Boschi è considerata, non senza solidi argomenti, una delle maggiori responsabili, insieme a Matteo Renzi, della disfatta elettorale del Pd e del csx alle elezioni politiche di marzo.
Entrambi, dopo i fasti delle elezioni europee del 2014 in cui il Pd ottenne un'altissima percentuale di voti, sono entrati, più o meno consapevolemente, in una spirale autodistruttiva, esponendosi, anche a causa di ego ipertrofici, ad ogni sorta di critiche.
Certo il caso delle banche e di parenti non proprio irreprensibili ad esse collegate ha giocato un ruolo determinante tuttavia è convizione diffusa che la causa principale risieda in una riforma costituzionale necessaria, negli intenti non malvagia ma con evidenti criticità, che entrambi hanno voluto blindare e personalizzare, al punto di provocare profonde lacerazioni nella sinistra.
Perso il referendum confermativo l'uno, Renzi, si dimise da Premier, restando però segretario del Pd, dunque non volendo capire che il vento favorevole era girato, l'altra, Boschi, il Ministro autrice principale della riforma bocciata, fece carte false per (ri)entrare nel governo Gentiloni con un ruolo non più apicale ma tale da farla precipitare nella considerazione dagli osservatori e dall'opinione pubblica a livelli bassissimi.
Perchè, anche se non scritta, è buona regola della politica che chi perde almeno un giro lo salta.
C'è di più. I due grandi sconfitti furono protagonisti della commedia degli orrori della formazione delle liste combinando tali pasticci che hanno contribuito alla rovinosa disfatta del Pd e del centrosinistra lo scorso 4 marzo,
Una delle ragioni fu la difficoltà pari solo all'ostinazione di Renzi nel trovare un collegio "sicuro" per sè e per Boschi che dalla sua Arezzo, dove per motivi noti era invisa, fu dirottata in Trentino.
Un operazione che tuttavia non diede scampo al Pd e al csx toscani, travolti da uno tsunami del tutto imprevedibile in una regione fino ad allora considerata una roccaforte.
A fronte di codesti disastri entrambi, ancorchè rieletti, avrebbero fatto bene a prendersi un lungo periodo sabbatico di riflessione, entrando volontariamente in un cono d'ombra sia pure transitorio.
Non ci riescono e se da una parte il Guascone di Rignano sull'Arno oggi rilancia la sua ammaccata Leopolda di cui attendiamo disincantati gli esiti, dall'altra Maria Elena sceglie di rilanciare la propria immagine prestando la sua figura per un servizio fotografico a cura del guru Oliviero Toscani sulla rivista Maxim.
Una scelta legittima certo, che suscita tuttavia in chi ha una visione prospettica della politica non tanto paludata quanto legata a modalità comunicative non superficiali e di mera immagine, non poche perplessità.
Poichè c'è da dubitare che Boschi intenda intraprendere, pur avendone il physique du role, la carriera di fotomodella, avrebbe potuto e dovuto evitare di cimentarsi in una performance quanto meno discutibile.
Si dice a Milano:"Ofelè, fa El tò mestè". Pasticcere fai il tuo mestiere.
Emanuele Pecheux