Tutta italia da giorni è sottoposta a un'offensiva violentissima del maltempo i cui APOCALITTICI EFFETTI lasciano sgomenti.
La Liguria, già provata dal crollo del Ponte Morandi di Genova, il Veneto,l'Alto Adige e il Friuli sono letteralemte in ginocchio.
Neppure il Mezzogiorno è uscito indenne dalla terribile perturbazione.
E' notizia delle ultime ore che in un centro del palermitano un fiume ingrossato dalle piogge è uscito dagli argini. L'acqua è rapidamente arrivata al soffitto di una villetta e le persone che si trovavano all'interno sono annegate.
Oltre ai numerosi morti per cause riconducibili alla violenza delle precipitazioni, delle mareggiate e al vento fortissimo, i danni al partimonio naturale, boschivo e infrastrutturale sono incalcolabili. Secondo Coldiretti l'ondata di maltempo ha provocato la strage di circa 14 milioni di alberi compromettendo l'equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica.
In un solo giorno la furia degli elementi ha abbattuto tanti alberi quanti se ne abbattono in tutta Italia in un anno, per una quantità di circa otto milioni di metri cubi di legno. Il solo Trentino (Val di Fiemme, Val di Fassa) ne ha persi 1,5 milioni, quantità di poco inferiori in Alto Adige; stessa situazione in Veneto (Altopiano di Asiago, Feltrino, Agordino, Comelico) e in Friuli Venezia Giulia (Carnia, Dolomiti Friulane, Cansiglio).
Soprattutto abeti rossi, ma anche abeti bianchi e faggi, a seconda delle zone. Vi sono poi centinaia di chilometri di strade forestali da risistemare.
Secondo gli esperti ci vorranno 100 anni per ripristinare questo prezioso habitat montano.
In Liguria il porto di Rapallo non esiste più e tutta la Riviera, da Ponente a Levante, è devastata.
Una vera e propria tragedia nazionale che avrà pesanti ricadute anche economiche nell'immediato futuro. E' improbabile infatti che, nonostante la proverbiale operosità degli abitanti di molte tra le regioni colpite, senza un piano finanziario straordinario da parte dello Stato, con aiuti e supporti concreti e allegegriti da pastoie burocraiche inaccettabili, le molteplici attività produttive connesse a quei territori possano ritornare in tempi brevi ad una parvenza di normalità.
Si è trattato senza dubbio di eventi atmosferici estremi ma non infrequenti in cui tutta la nostra penisola appare nella sua assoluta fragilità idrogeologica di cui, nonostante leggi e e norme volte a tutelare il territorio, spesso ignorate e/o aggirate,ci si ricorda solo quando i disastri atmosferici si manifestano con tutta la potenza devastatrice che sono in grado di sprigionare.
Tutta la comunità nazionale,proprio nei giorni in cui ricorre il centenario della fine della prima guerra mondiale, ha il dovere di prendere atto della straordinarietà della situazione a cui non è sufficiente porre rimedio con le pur commendevoli raccolte fondi promosse da media e da associazioni. Come se fossimo in una emergenza bellica occorre ben altro.
Occorre che il governo, impegnato in questi giorni in una trattativa con la Commissione europea, abbia il coraggio di riscrivere la legge di bilancio, destinando le ingenti risorse necessarie agli interventi urgenti volti alla ricostruzione e alla tutela della nostra Italia.
Quota 100 e reddito di cittadinanza possono attendere.
