LA PROCURA DI CATANIA INDAGA SULLA SEA WATCH 3

Se ancora qualcuno si ponesse la domanda sul perché Sea Watch 3 per sbarcare i migranti stremati  è stata costretta a tre ore di navigazione per spostarsi da Siracusa a Catania, trova nella notizia che segue la risposta in considerazione del fatto che la procura di Siracisa aveva escluso qualsiasi indagine sulla nave e sull'equipaggio dell'Ong.


La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti relativa alla vicenda della Sea Watch e dello sbarco dei 47 migranti nel porto della città etnea. L'ipotesi di reato è "associazione a delinquere finalizzata all'agevolazione dell'immigrazione clandestina". Nel mirino, i trafficanti libici, gli scafisti e la stessa ong olandese Sea Watch, il comandante dell'omonima nave e il suo equipaggio.

Ecco il comunicato della struttura giudiziaria guidata dal procuratore Carmelo Zuccaro: "A seguito dello sbarco nel porto di Catania di quarantasette migranti trasportati dalla motonave 'Sea Watch 3', avvenuto alle ore 10.30 circa del 31 gennaio 2019, questa Procura distrettuale ha proceduto all'iscrizione di un procedimento penale nei confronti di ignoti per i delitti di associazione a delinquere finalizzata all'agevolazione dell'immigrazione clandestina e di agevolazione dell'immigrazione clandestina". Continua la nota: "Il gruppo di lavoro specializzato nel contrasto alle attività dei trafficanti di esseri umani, che da tempo opera in questo settore, si è avvalso del prezioso contributo delle migliori Forze di Polizia operanti in materia, dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato, alla squadra Mobile della Questura di Catania, dal nucleo di Polizia economico-finanziaria alla sezione operativa navale della Guardia di finanza, per effettuare indagini ad ampio spettro, finalizzate ad individuare da una parte i trafficanti libici che hanno organizzato la partenza dei migranti dalla costa libica, dall'altra gli scafisti che hanno condotto il gommone poi soccorso dalla 'Sea Watch 3' ed accertare infine la liceità della condotta tenuta dai responsabili di quest'ultima motonave", prosegue il comunicato.

"Tralasciando per esigenze di segreto investigativo le emergenze dei primi due filoni di indagine - dice ancora il comunicato della Procura - , deve in questa sede evidenziarsi che sotto il terzo profilo le attenzioni degli investigatori si sono concentrate su alcuni aspetti critici ritenuti meritevoli di approfondimento costituiti da un lato dalla scelta della motonave di non dirigersi verso le coste tunisine, come fatto da alcuni pescherecci che in condizioni di mare critiche si erano rifugiati presso quelle coste, dall'altro dalle dichiarazioni rese dal comandante della motonave e dal coordinatore del team della motonave che si occupa della ricerca e dei recuperi in mare circa il non funzionamento del motore e la mancanza di una persona che fosse alla guida del gommone, dichiarazioni che apparivano contraddette da quelle rese da alcuni migranti che hanno invece asserito che il motore del gommone era funzionante al momento del soccorso e che il natante era guidato da uno di loro