E' stato fermato in strada, mentre camminava a piedi per le vie di Santa Cruz de la Sierra e quando gli agenti boliviani si sono rivolti a lui, non ha tentato di fuggire e ha risposto in portoghese. E' stato bloccato così Cesare Battisti, una volta che i poliziotti, su input dei colleghi italiani, hanno avuto la certezza che si trattasse proprio dell'ex terrorista dei Pac.
Gli investigatori italiani erano già da una settimana in Bolivia e dopo aver circoscritto l'area in cui si trovava Battisti hanno iniziato a pedinarlo. Prima di intervenire, però, sono state fatte tutte le attività di comparazione e i riscontri visivi possibili fino a quando si è avuta la ragionevole sicurezza che fosse proprio lui. A quel punto, nella giornata di ieri, sono stati fatti intervenire i poliziotti boliviani, che lo hanno fermato in mezzo alla strada. Alle richieste degli agenti di fornire i documenti, Battisti ha risposto in portoghese dicendo di non averli e solo quando lo hanno portato negli uffici della polizia - dove si troverebbe tutt'ora - ha fornito il suo documento brasiliano.
Battisti è stato condannato all'ergastolo per l'imicidio di Andrea Santoro, maresciallo del carcere di via Spalato e per altri tre omicidi: quello del gioielliere Pierluigi Torregiani, a Milano, per il quale è stato condannato come mandante e ideatore, e quello del macellaio Lino Sabbadin a Mestre, per il quale ha fornito copertura armata. Battisti è accusato di essere anche l'esecutore materiale dell'omicidio di Andrea Campagna, agente della Digos di Milano, ucciso il 19 aprile del 1978.
Si dice "molto contento dell'arresto" Adriano Sabbadin, il figlio di Lino Sabbadin, il macellaio trucidato di Pac il 16 febbraio 1979. "Speriamo che sia la volta buona che sconti la sua pena, solo questo. Battisti è una persona squallida che l'ha sempre fatta franca, e merita di scontare in Italia la pena giusta per quello che ha fatto". Gli fa eco Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente della Digos ucciso dai Pac a Milano nel 1979. Battisti fu indicato come l'autore materiale dell'omicidio."Ovviamente noi parenti siamo contenti perché finalmente questo terrorista è stato arrestato. L'unica cosa è che tra l'arresto e l'estradizione ce ne vuole. Sicuramente Battisti non è andato in Bolivia a caso, lo sappiamo tutti che la Bolivia non applica l'estradizione. Chiederemo appuntamento con il governo e vedremo come si vuol muovere". "Bisogna vedere quali passaggi bisogna compiere - aggiunge Campagna -. In ogni caso sono fiducioso perché dal 2004 a oggi ogni governo si è mosso con determinazione per chiedere l'estradizione. D'altronde, potrebbe far ben sperare il fatto che all'arresto abbia partecipato la polizia boliviana".
Ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, Battisti è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del '78, e quello dell'agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente. Nell'uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre, il 16 febbraio del '79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell'uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del '79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. In quest'ultimo caso, poi, all'omicidio si aggiunse un'ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere Adriano fu colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle.
Dopo essere evaso da un carcere italiano, Battisti si è rifugiato in Francia, Messico e poi in Brasile dove nel 2007 venne catturato dalla polizia brasiliana e dagli agenti venuti da Parigi. Due anni più tardi il Tribunale Supremo Federale (Stf) autorizzò la sua estradizione in Italia ma la decisione venne bloccata dall'allora presidente brasiliano Lula. Battisti restò in carcere a Brasilia fino al giugno 2011, quando venne scarcerato ottenendo il permesso di residenza permanente. Il presidente brasiliano uscente Michel Temer aveva manifestato l'anno scorso l'intenzione di estradare Battisti in Italia. E anche il nuovo presidente Jair Bolsonaro ha promesso la sua estradizione. Pur riconoscendo di aver fatto parte dei Pac, Battisti si è sempre detto innocente.
La notizia della cattura del latitante è stata accolta con soddisfazione da tutto lo schieramento politico Esulta il ministro dell'interno Matteo Salvini che, stavolta in modo appropriato, anche per Battisti riserva il suo aforisma preferito: "La pacchia è finita".
Ora si apre la pratica dell'estradizione: Battisti è stato catturato ed è detenuto in una caserma in territorio boliviano (foto). Esiste un trattato di estradizione tra Bolivia e Italia ma risale al 1890 e l'attuale presidente il guevarista Evo Morales non è certo un amico del vicino Brasile del neoeletto Jair Bolsonaro. Tuttavia secondo quanto riferiscono fonti di governo all'ANSAB attisti potrebbe essere estradato verosimilmente domani in Italia ma non è escluso che il rientro possa avvenire già nel corso della giornata odierna. Le autorità stanno valutando se l'estradizione di Battisti debba avvenire direttamente dalla Bolivia - dove è stato catturato - o via Brasile