EUROPA INDIFFERENTE. SEA WATCH E SEA EYE BLOCCATE DA GIORNI NEL MEDITERRANEO CARICHE DI MIGRANTI: DATECI UN PORTO SICURO

Nono giorno in mezzo al mare per i 32 migranti salvati il 22 dicembre a largo della Libia dalla nave della ong tedesca Sea Watch, che vaga nel Mediterraneo centrale in attesa di un possibile porto per lo sbarco.

Finora cinque Paesi europei hanno negato l'approdo: oltre a Malta e all'Italia, anche la Spagna, l'Olanda e la Germania. “Nessun Paese concede l'approdo - ha scritto su Twitter Sea Watch - Da nove giorni, in condizioni ormai proibitive, a bordo della Sea Watch 32 persone tra cui 3 bambini piccoli”. Diverse organizzazioni hanno lanciato un appello perché venga trovata una soluzione. "Chiediamo che vengano sbarcati tempestivamente in un porto sicuro vicino", il monito dell’Unhcr. Intanto ieri un’altra nave umanitaria tedesca, la Professor Albrecht Penck della ong Sea eye, ha soccorso 17 persone e sta chiedendo a sua volta un luogo dove sbarcare.“A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto ONU che riporta ‘orrori indicibili in Libia’, i governi europei continuano imperterriti a sostenere un sistema che prevede il rientro forzato proprio in Libia delle persone soccorse” afferma Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch in Italia. “spicca in maniera ancora più forte la lucida mancanza di umanità degli stati membri. Come rappresentanti della società civile in mare - spiega Linardi - ci opponiamo strenuamente a questa costante violazione del diritto internazionale e negazione del diritto alla vita, e per questo veniamo lasciati con le persone soccorse in mare aperto a dicembre. Abbiamo comunque festeggiato il Natale, con 17 diverse nazionalità a bordo e 3 diverse religioni. Il nostro regalo di Natale agli ospiti a bordo è stato informare i loro parenti uno a uno, da terra, del fatto che i loro cari fossero vivi. Noi proteggiamo le persone, i nostri governi, cosa proteggono?” conclude Linardi.