«Le migrazioni sono sempre esistite nella storia umana ed hanno contribuito in modo sostanziale alla nascita di grandi civiltà nel passato e nel presente». Lo scrive il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in introduzione al volume “Immigration, understanding and proposals”, frutto del lavoro annuale dei giovani della Scuola Sinderesi, presso il Centro fede e cultura A. Hurtado della Pontificia Università Gregoriana, presentato lunedì all’ateneo dei gesuiti a Roma.
«Bisogna contrastare la narrativa negativa su migranti e rifugiati», afferma Parolin, «nel dibattito sulla relazione tra la migrazione e lo sviluppo non è stato pienamente riconosciuto il contributo apportato dai migranti al progresso dei paesi di destinazione.
Barriere e muri, invece, hanno generato divisioni e diseguaglianze tra le persone, causando spesso risentimento, rivalità e conflitti. Come ha sottolineato Papa Francesco, “dobbiamo passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società” (Me
Per Parolin «non è fuori luogo, dunque, insistere su questo aspetto, sottolineando la condivisa responsabilità dei capi di Stato e dei mass media nel promuovere una visione positiva della migrazione, dissipando pregiudizi e paure, e abbandonando la cultura dominante dello scarto e del rifiuto, come Papa Francesco ha ripetutamente chiesto. Esiste, in effetti, una evidente propensione a sottolineare gli eventi criminali che vedono coinvolti migranti e rifugiati. Al contempo, vengono sminuiti tanti aspetti positivi delle migrazioni odierne: le buone pratiche di accoglienza e di integrazione, il volontariato, che rende tangibile un senso di solidarietà piuttosto diffuso, per fare solo alcuni esempi. Bisogna contrastare la narrativa negativa su migranti e rifugiati. Rendere giustizia alla “foresta che cresce” invece che focalizzare l’attenzione sull’unico “albero che cade”, che sicuramente fa più rumore, ma non rappresentativo della realtà».